Domande più comuni
“Il Cervello è più esteso del Cielo.”
(Emily Dickinson)
Le vostre domande e le mie risposte
Differenza tra psicologo, psicoterapeuta e psichiatra
Lo Psicologo ha una laurea in psicologia, ha effettuato un tirocinio di un anno per poter sostenere l’Esame di Stato e iscriversi quindi all’Albo degli Psicologi. Può occuparsi di molteplici settori (clinica, scuola, sport, lavoro, comunità, ambito giuridico ecc). Lo psicologo che esercita una professione con finalità sanitarie si occupa di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione oltre alle attività di ricerca e didattica nell’ambito della psicologia; lo psicologo effettua colloqui di sostegno e può effettuare valutazioni tramite la somministrazione di appositi test.
Lo Psichiatra ha, invece, conseguito una laurea in Medicina e Chirurgia, e successivamente ha conseguito la specializzazione in Psichiatria. Tale figura professionale è l’unica che può prescrivere farmaci.
Lo Psicoterapeuta può essere sia uno Psicologo che uno Psichiatra. Nel primo caso lo Psicologo deve aver conseguito la Specializzazione in Psicoterapia riconosciuta dallo Stato della durata di almeno 4 anni ed essere iscritto all’Albo professionale. Lo Psicoterapeuta è lo specialista che attraverso strumenti clinici (diagnosi, eziologia, pianificazione del trattamento, setting) e attraverso la relazione umana (empatia, ascolto, fiducia, alleanza terapeutica), è in grado di accompagnare la persona in un processo di cambiamento, volto al raggiungimento di un migliore stato di equilibrio.
Lo psicologo può somministrare farmaci
No! Lo psicologo è laureato in Psicologia quindi non essendo laureato in Medicina non può somministrare una cura farmacologica alla persona. Lo psicologo non si avvale di farmaci per la cura della persona ma di strumenti terapeutici all’interno dei colloqui clinici. Può capitare in alcuni casi di pazienti che presentano sintomi resistenti e/o gravi che lo Psicologo collabori con uno Psichiatra per intervenire con un trattamento farmacologico. Attualmente molto studi dimostrano che solo la cura farmacologica ottenga risultati a breve termine se non accompagnata da un percorso psicologico/psicoterapico.
Lo psicologo è per i matti
Andare dallo psicologo o da uno psicoterapeuta è spesso una decisione presa con diffidenza, quasi con vergogna.
Andando avanti la società sta sempre di più indebolendo la falsa idea, il preconcetto che andare dallo psicologo sia per matti, per pazzi, per deboli, per chi non ce la fa.
In realtà andare dallo psicologo è per chi ha il coraggio di conoscersi, di amarsi, di accettarsi, di riconoscere di aver un problema, di mettersi in gioco.
Come direbbero le nonne il “Pissicologo” è per tutti. La salute psicologica è un diritto per ognuno di noi. Tutti affrontiamo nella vita momenti difficili, ansie, debolezze, conflittualità relazionali, traumi, lutti ecc e può capitare che sentiamo di non avere risorse per affrontare tale difficoltà, in quel momento. Affidarsi ad uno Psicologo competente è la via più sicura per riguadagnare il benessere e prendersi cura di sè.
“Follia è fare sempre la stessa cosa e aspettare risultati diversi”(Albert Einstein)
Quanto dura una seduta
La seduta orientativamente dura 50 minuti, ovviamente può variare in base alle circostanze. La seduta psicologica è settimanale o bisettimanale.
Quanto dura un percorso psicologico
Non esiste una durata standard per una terapia in quanto quest’ultima continua insieme alla vita del paziente quindi non si può predisporre un tempo predefinito e uguale per tutte le persone. Sicuramente a differenza di quanti pensano che il percorso psicologico duri tutta la vita, non è cosi, anzi può concludersi in ogni momento, se il paziente ne manifesta la volontà. Generalmente può ritenersi concluso con successo qualora il paziente sia arrivato agli obiettivi prefissati nei primi incontri. Il paziente può concludere parlandone col terapeuta quando, per esempio, sente di poter affrontare in autonomia i problemi per cui aveva richiesto aiuto, quando sente che il suo disagio e la sua sofferenza sono diminuite o non si presentino più.
E se il percorso non funziona
Possono essere diversi i motivi per i quali un percorso possa non funzionare. Spesso molti pazienti arrivano in terapia come se questa fosse “l’ultima spiaggia” e quindi con tante aspettative su di essa. I motivi per i quali una psicoterapia può non funzionare sono: scarso impegno da parte del paziente, paziente oppositivo, problemi col terapeuta, il momento di vita e il tempo del paziente, problemi col supporto sociale che ostacola gli obiettivi della terapia, paura di cambiare da parte del paziente, ulteriori disturbi o diagnosi sbagliata.
Se sentite che non funziona, ragionate col terapeuta sul vostro percorso, ponetevi delle domande, vi state dando una opportunità, sfruttatela al meglio!
E se mi trovo male con lo psicologo
Come in tutte le relazioni e conoscenze personali può capitare di non trovarsi bene, di non sentire affinità e vicinanza con una persona. Il primo psicologo che si incontra può non essere quello giusto. Dopo i primi colloqui conoscitivi, sarà importante valutare tra le due parti se continuare o no un percorso. Nel caso della psicoterapia è necessario avere un rapporto positivo tra le due parti, un rapporto di fiducia e rispetto. Dunque, un buon rapporto terapeuta -paziente è la condizione fondamentale affinché si abbia cura psicologica.
E se lo psicologo racconta a qualcuno i miei problemi
Durante il primo colloquio, al paziente è richiesto di firmare il modulo relativo al consenso informato. La firma di tali moduli è una garanzia per il paziente, che per mezzo di essi ha l’assicurazione scritta (con valore legale) che tutto ciò che emergerà nel corso delle sedute sarà soggetto al più stretto segreto professionale. “ Lo psicologo non può rivelare a nessuno notizie, fatti o informazioni apprese dal cliente/paziente nel rapporto professionale con lui, neanche può informare alcuno circa le prestazioni professionali effettuate o programmate” (art. 11 Codice Deontologico).
Lo psicologo mi giudica
Non sarà certo ruolo e compito dello psicologo giudicare scelte, difficoltà, situazioni del paziente se lo facesse sarebbe un ostacolo al suo lavoro. Il paziente è libero di decidere per sé e per la sua vita in base ai suoi valori.
Perché ho paura di andare dallo psicologo
È comprensibile, come tutte le esperienze a noi ignote la paura si affaccia, in più non è semplice mostrare la propria sofferenza emotiva a se stessi e a una persona. Mostrare le proprie emozioni significa esporsi alla propria vulnerabilità, fragilità, debolezza e questo non è facile, ma attraversarle e comprenderle è la via risolutiva. Ricorda, lo psicologo, prima ancora di essere un professionista, è un essere umano.
Vado dallo psicologo così è lui che mi risolve i miei problemi
No!
È necessario che il paziente decide di impegnarsi attivamente e in prima persona se vuole ottenere risultati. La persona ha bisogno di essere motivata a star meglio. Ha bisogno di impegnarsi in prima persona nel processo di miglioramento della propria vita; è importante impegnarsi sia nella seduta sia nei giorni tra le sedute.
Ricorda: Un professionista serio non offre consigli, perché questi rifletterebbero il sistema di valori ai quali lui stesso fa riferimento.
Lo psicologo/psicologa non deve porsi come un guru o maestro di vita, al contrario il suo compito è quello di partire da ciò che la persona racconta, per aiutarla ad aumentare la consapevolezza sul problema e cercare insieme punti di vista alternativi e nuove possibilità, che rientrino negli obiettivi e nel sistema di valori della persona stessa.
Se hai altre domande non esitare a contattarmi.